>>The Klaudia call – The Klaudia call

I The Klaudia call vengono dalla provincia di Brindisi. Sono tre “ragazzi” del ’77, che hanno passato metà della loro vita come soldati del r’n’r suonando con i Lova ed altri progetti underground. Il loro album omonimo è il riassunto di tutto quello fatto negli ultimi 2 anni, il periodo trascorso dalla nascita del progetto The Klaudia call alla realizzazione del disco, nei quali si è dato molto spazio alla sala prove , alla nascita e al completamento dei nuovi pezzi.

The Klaudia call contiene 12 tracce, quelle ritenute più rappresentative e meglio riuscite di questo primo percorso, registrate in più sessioni e studi diversi. Basso, chitarra e batteria con qualche “umore” di tastiera per la loro fantasia r’n’r. Una fantasia dove Lucio Dalla e Kurt Cobain giocano a carte con Stephen Malkmus e Mark Linkous. I loro eroi sono l’abc della musica pop: Beatles, The Clash, Lucio Battisti, rimasticati alla loro maniera, con uno sguardo contemporaneo. System failure ha ascoltato The Klaudia call e quelle che seguono sono le nostre impressioni a riguardo.

The Klaudia call contiene tante sonorità diverse fra loro. Il denominatore comune è un alternative rock tendente spesso al pop, come ascoltiamo nella prima traccia dal nome una settimana fa. Con niagara, per esempio, ci sono sonorità che portano la mente a The Cure. Invece, con tutto e niente pensiamo ai Verdena.

120 parte con un beat alquanto tribale e con un giro di basso e sonorità postpunk. Anche qui la mente va ai The Cure, per alcuni passaggi. Altri artisti ai quali pensiamo ascoltando questa band sono Afterhours e Marlene Kuntz oltre ai già citati Verdena. Infatti, The Klaudia call presenta un sound complessivo all’altezza del panorama italiano alternative ed underground degli anni recenti. 120 è il miglior pezzo dell’album, a nostro giudizio.

Con bianchi coralli e tandem ci melodie alquanto soft, melodie presenti un po in tutto l’album. Stesse parole possono essere usate per nascondino. Epoca, invece, si dirige verso sonorità più grunge. Con ahimsa abbiamo un postrock toccante, emozionante. Questa canzone presenta suggestioni atmosferiche che portano la mente lontano. Ahimsa è un altra perla di questo album.

Pagina offre altre sonorità pop con il suo dinamismo fremente. Con agata ci sono, un’altra volta, suggestioni in stile The Cure. C’è molto di britannico in questo album. Ci sono anche striature grunge disseminate qua e la. Una giornata al lavoro chiude il disco con sferzate sonore di un certo spessore.

The Klaudia call, con questo loro disco omonimo, offrono un prodotto musicale frutto di tanta meditazione ed impegno, un prodotto musicale adatto per una vasta platea. C’è tanta roba in questo album, come non dirlo: stupisce il modo con cui i The Klaudia call hanno saputo mettere insieme tante influenze musicali. E poi, con alcune canzoni, i The Klaudia call sanno come arrivare al nostro petto con tanta dolcezza e delicatezza. Con altre sanno come farci emozionare, sanno come stuzzicare le nostre pulsioni…Insomma, ascoltateli e basta..poche storie…

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