>>Sophie Lillienne parla di APNOEA EP

APNOEA EP, come tutti i lavori prodotti in casa Sophie Lillienne, è un ibrido tra una produzione “classica”, che avviene in una sala prove, e la più tipica produzione elettronica, che si svolge per lo più all’interno di uno studio di registrazione.

Apnoea EP è fondamentalmente un lavoro diviso in due parti: una prima parte definibile “trip-hop classico”, composta da Loyalty ed Apnoea, ed una seconda parte più onirica e meno convenzionale formata da Mirror e 14 November.

La prima parte vede due canzoni tipicamente trip-hop, infatti sono state composte per lo più durante le prove per le date di promozione dell’album precedente (The Fragile Idea, IRMA Records, 2015). Il giro principale di Apnoea e il ritornello di Loyalty sono usciti casualmente durante le sessioni in sala prove: “…con apnea stavo cercando un suono simile ad un synth che avevo utilizzato in studio per una canzone dell’album precedente… casualmente… maneggiando tra le varie regolazioni è uscito il suono che compone la linea principale della canzone.. poi l’idea dell’inserimento del suono della “boa di segnalazione” che compone il nucleo della canzone è nato quando passeggiando lungo un fiume ho cominciato ad udire, da distante, il suono di questa campana che in balia della corrente andava a sbattere a destra e sinistra…. Prendere lo smart phone e perdere un paio di ore per ottenere una registrazione utilizzabile “on the go” è stato un riflesso spontaneo diciamo…”

La seconda parte, composta da Mirror e 14 November, invece, è la più concettuale dell’intero EP. Le due canzoni sono nate sotto “voluta volontà”, dopo una ricerca di suoni e soluzioni inusuali rispetto al mio solito iter compositivo. Le canzoni sono nate prima su uno schermo di un pc in sala di registrazione e poi sono state portate, eseguite e perfezionate durante delle sessioni in sala prove. “ad esempio… L’ unire una registrazione di archi ad un giro reggae, registrato casualmente alcuni giorni prima, è nata quando ho provato ad unire le due linee principali di due differenti registrazioni… sapendo che erano nella stessa scala armonica e allo stesso bpm, ho voluto provare a sentire come potessero suonare parallelamente… da li è uscito il bridge principale della canzone che poi è stato sviluppato ed arricchito delle parti vocali e dai synth “cavernosi” eseguendo il pezzo in sala prove.

14 november: ultima traccia dell’EP invece è nata a blocchi. Inizialmente la canzone erano più parti che volevo utilizzare come intermezzi per un diverso lavoro…… durante la fase di mixaggio di questi ho provato ad unirli componendo parti di giunzione che potessero unirli, fonderli, omogenizzarli ed andare così a formare la narrazione musicale di uno stato d’animo… ricreare attraverso stanze sonore diversi ambienti sonoro-emozionali che sviluppandosi come in un film ricreino in chi l’ascolti l’eperienza di un racconto, di un vissuto…”