>>Michele Pavanello parla della sua musica

1)Benvenuto su System failure. Ci racconti la tua storia fino a qui?

Ciao, grazie di cuore per l’invito. La mia storia? Un po’ complicata, ma in fondo come tante altre. Vicoli ciechi ne ho presi parecchi, batti la testa, fai retromarcia e poi ci riprovi. Posso dire di non essermi mai arreso? Sarebbe figo ma non è la verità; in realtà mi sono anche arreso; ringraziando il Cielo, però, è sempre passato un Angelo che mi ha rimesso in piedi, al di la dei miei meriti.

2)Come è nata in te la passione per la musica?

E’ nata quando hanno finito di impormela, quando ho capito che poteva essere una cosa mia e che con essa potevo esprimermi al meglio; l’ho capito quando la sera rientravo a casa affamato e stanco, ma prima di ogni cosa dovevo sedermi almeno dieci minuti al pianoforte per riprendermi le giuste sensazioni.

3)Perché proprio rock e blues?

E’ la scelta per quest’album ma in realtà amo anche altri generi musicali come ad esempio il country e il gospel.

4)Ho letto questa tua affermazione: non dobbiamo vivere rassegnati, né indignarci per le ingiustizie del mondo, ma sporcarci le mani per cambiare le cose. Puoi commentarla?

E’ che ci vuole coraggio in ogni cosa che facciamo, anche se è sconveniente, anche se ci mina le “coperture”; dobbiamo vivere secondo coscienza, quella più intima, e prendere posizione; difendere l’uomo e la sua capacità di amare.

5)Nella recensione ho scritto: “In Vento Caldo, possiamo respirare un’aria intensa e struggente”…

Ti ringrazio, perché io la sento proprio così. Quelle passate a scrivere sono state notti molto intense che mi hanno sicuramente affaticato da un lato ma anche ripagato moltissimo dall’altro, quindi mi fa piacere che un po’ di questo “sangue amaro” si percepisca nell’ascolto.

6)Quale è la canzone di Vento Caldo di cui sei proprio fiero?

Con onestà non saprei proprio cosa risponderti, ci ho pensato più volte ma non riesco a fare una classifica. Forse “la luce siamo noi” ha la forza per arrivare diretta, ma anche “in un attimo” credo abbia un buon equilibrio; “la storia non conta” è un po’ il mio manifesto …. Ecco vedi, non so rispondere.

7)Con la tua musica trasmetti tante vibrazioni positive. Quanto è importante emozionare il proprio pubblico?

Direi che è l’unica cosa che conta per me quando inizio a scrivere, non lo faccio mai per me stesso; citando Guccini posso dire che mi rivolgo sempre al mio ipotetico uditore, al mio amico; e quando questo raccontare inizia ad emozionare me, allora confido che le stesse sensazioni possano entrare nell’animo di chi ascolta.

8)Con le tue canzoni lanci spesso invettive verso la nostra società. Quali sono le cose assolutamente da cambiare?

Credo che il vero cancro della nostra società sia la corruzione. Ormai è dilagante a tutti i livelli. Basta dire di SI una volta e sei fregato. Bisogna starne alla larga sempre e comunque perché non esiste un SI “a fin di bene”. Si perde la libertà, la dignità, si diventa servi e si spegne la luce che abbiamo dentro di noi.

9)Ti hanno mai proposto di scrivere musica per un film?

No, né ci ho mai pensato; credo sia molto difficile, ma se dovesse capitarmi l’occasione ci proverò.

10)Cosa c’è nel futuro di Michele Pavanello?

Guardando un cartone animato con il mio bimbo ho sentito una vecchia e saggia tartaruga affermare: “il passato è storia, il futuro è mistero e il presente è un dono, per questo si chiama presente”. Ecco, cerco di vivere così, giorno dopo giorno, ringraziando il Signore per tutti i doni che mi offre.