Intervista a Il Vile per System failure

1)Benvenuti su System failure. Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo ep. Potete presentarlo ai nostri lettori?

Grazie x l’opportunità dataci. Dunque…..Questo EP arriva dopo il consolidamento della line-up a 4; abbiamo avuto parecchio ricambio di musicisti dalla fondazione ad oggi e per un bel periodo suonato con tre chitarre cercando di sperimentare incastri e soluzioni che fossero un valore aggiunto …. ma alla fine la scelta è caduta sul ritorno a due chitarre ed un suono meno “complicato”. Questo EP è l’inizio di un lavoro finalizzato allo spostamento dei confini dal grunge e dagli anni novanta ad un più maturo “stoner rock italiano”, ben radicato nel territorio di origine…niente deserti ed auto americane ma montagne, boschi e creature mitologiche …. niente scimiottamenti o scopiazzature, tutta farina del nostro sacco. I 4 brani sono molto diversi tra loro x atmosfere e testi ma con una profonda vena caratterizzante. Schiena di serpe è una rapina a suon di rock’n’roll, lo sfrecciare veloce di un auto x le curve di una strada che si snoda tra le colline. Zero è musicalmente il pezzo più vicino al traguardo sonoro che ci siamo prefissati; è il demone mitologico in tutto il suo oscuro splendore. Tagli sottolinea la parte intimista de Il Vile, l’autolesionismo fatto ballata..una sorta di amuleto x scacciare la disperazione. 4 Cilindri x l’inferno è quasi un film di tarantino, un viaggio nel deserto che si ha nella testa accompagnati dal demonio in completo blu…un tirare le somme prima dell’ultimo respiro. Il disco e’ stato prodotto in collaborazione con FuzzWave Productions di Mauro Gambardella e Glenda Frassi, nonché membri della band Gambardellas, negli studi di Musicaperilcervello di Caravaggio (BG)….mixato e masterizzato da Ugo Poddighe negli UP Studios (PV) ed è uscito per Habanero Factory.

2)Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

Beh, io (Maio) e Cuye suonavamo nei Juda’s Kiss….una band ska-punk con forti connotazioni politiche…. Dopo lo scioglimento di quel progetto sentivamo la necessità di mollare la politica e quel genere musicale del quale eravamo stufi x impegnarci in qualcosa che rispecchiasse di più i nostri gusti musicali. Così, con il batterista dei JK ed un nuovo bassista abbiamo iniziato questa avventura … all’inizio non avevamo bene in mente la strada da intraprendere quindi il sound era più “rock italiano” e hard-rock molto contaminato ma altrettanto confuso …. poi piano, piano le atmosfere hanno iniziato ad incupirsi e i brani a diventare sempre più personali …..sempre più “lineari”.

3)Come è nato invece il nome della band? Parlate anche della cover del disco…

Quando abbiamo fondato la band ci sembrava opportuno darle un nome singolare …. come fosse un’entità unica …..una creatura …..ed ascoltando i Marlene Kuntz siamo stati folgorati da un pezzo di un brano che cita: ”Onorate il Vile!!”…. personalmente quella frase mi ha illuminato …..ed ecco il nome ….IL VILE inteso come colui che ha il coraggio di avere paura …. una creatura che trae forza dalle proprie debolezze. La cover del disco, come il nuovo logo raffigurante il Krampus sono opera di Simone di Habanero Factory. Penso che ci rappresenti parecchio …. è oscura, legata alla mitologia di montagna in una sorta di “balletto” tra bene e male … inoltre le tonalità del grigio si accompagnano molto bene con le tematiche trattate.

4)Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

I testi sono x lo più intimisti …..a parte qualcuno come “schiena di serpe” che è un mini racconto di fantasia (in quanto nessuno di noi ha mai partecipato ad una rapina e neppure ad un incidente stradale mortale). Diciamo che nei testi ci sono tutti i miei demoni, le ansie e le ombre dell’anima …. chiaramente non espressi in modo descrittivo ma fluttuanti….come in poesia la necessità è di far trasparire l’emozione o comunque la sensazione lasciando, però, molto spazio alla libera interpretazione … in questo modo chi ascolta può rispecchiarsi o ed identificarsi in essi … le rare canzoni che non parlano di una mia situazione mentale sono comunque scaturite da sensazioni trasmesse da altre persone in determinate situazioni. Certo non sono testi con uno sfondo sociale “utile” ma non è neppure nostra intenzione essere una band socialmente impegnata …. noi siamo così, delle ombre … sta a chi ascolta coglierne il fascino o lasciarle scivolare via alle prime luci del mattino.

5)Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo ep?

Innanzitutto l’utilizzo dell’italiano … sono fermamente convinto che la nostra lingua sia molto musicale e che se si ha un messaggio da far passare o comunque qualcosa da dire occorre avere il coraggio di farsi comprendere. Un altro punto forte è il fatto che pur appartenendo ad un filone musicale non abbiamo rimandi immediati ad altre band, non somigliamo a qualcuno xchè non copiamo da nessuno …. abbiamo dello stoner, del grung, del punk e l’odore addosso dell’underground italiano anno ’90. Il sound non è troppo “duro”, non resta indigesto quindi è potenzialmente fruibile anche da chi non è avvezzo a generi estremi …..diciamo che pur restando di nicchia non estremizziamo questa situazione e lasciamo aperta la porta della nostra caverna così che chiunque abbia un po di coraggio, curiosità o incoscienza possa entrare a farci visita.

6)Come nasce un vostro pezzo? Come prende forma?

Di solito i brani nascono da un riff di chitarra o da un giro di basso portato o creato direttamente in sala prove da uno di noi, sul quale gli altri si adoperano a costruire la propria parte … poi si cerca insieme un ritornello e se non basta un bridge o uno special … durante tutta questa “lavorazione” io canto parole inglesi a caso così da individuare una linea melodica …. In seguito c’è la stesura del testo…istintiva ed influenzata tanto dalle sonorità quanto dal mio stato del momento. Fatto ciò registriamo la traccia …. la portiamo a casa e la ascoltiamo x capire se occorrono degli arraggiamenti e se il tutto gira …..una sistematina al testo ed il gioco è fatto ….. comunque il vino ed i super alcolici sono dei buoni alleati durante la stesura dei nuovi brani…

7)Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

Dal punto di vista tecnico assolutamente “zero”; è musicalmente uno dei nostri brani meglio riusciti ed è molto vicino al sound che vorremmo avere x i prossimi lavori. Dal punto di vista emozionale “tagli” perché è una canzone che abbiamo registrato nel primo disco utilizzando un arrangiamento un po troppo opulento che l’ha leggermente snaturata … sentirla tornare nel suo splendore primordiale è una sensazione fantastica xchè trasuda esattamente l’emozione che ho provato quando l’abbiamo scritta.

8)Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

Sicuramente le band appartenenti al movimento underground italiano degli anni ’90 tipo Aftehours, Marlene Kuntz, Umberto Palazzo e il Santo Niente, Verdena, ecc.. Inevitabilmente tutto il filone grunge …. O meglio le band di Siattle come i Melvins, Nirvana, Aliche in Chains, Pearl Jam ecc.. Aggiungerei i Black Sabbath ed, ovviamente: Queens of the Stone Age, Kyuss e Fu Manchu.

9)Quali sono le vostre mosse future?

Stiamo già lavorando a nuovi brani e pensando di realizzare un nuovo video …. però la priorità è senz’altro trovare delle date, fare girare il nome e magari riuscire ad arrivare a fare delle aperture a qualche band di alto livello.

10)Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

In Italia ci sono gruppi spettacolari che da decenni tengono alto il livello musicale alternativo ai generi da Festival di Sanremo….C’erano e ci sono grandissimi cantautori che con fierezza ed orgoglio chiamiamo compaesani …. inoltre nuove realtà veramente potenti che propongono una musica di alta qualità e che meriterebbero di emergere e non di restare nel sottobosco sbattendosi all’inverosimile per ottenendo sempre meno. Purtroppo è il pubblico che negli anni ha perso interesse e cultura … oggi va di moda il nuovo indie …. x lo più una vetrinetta radical chic di prodottini ben confezionati ma privi, in realtà, di spessore e qualità …. abbastanza “leggeri” da poter essere messi in saldo e svenduti a tuttotondo …. e chi non casca nella rete delle major fa parte del pubblico da tributo …. quello che ascolta le fotocopie dei loro idoli perché troppo pigro o poco intelligente x andare alla ricerca del nuovo …. oppure i seguaci dei talent … quelli che tengono aperta la testa solo x farci rovesciare dentro la merda ….La conseguenza dello scarso interesse verso la novità o la qualità o tutto ciò che non gravita attorno alla televisione è che i gruppi fanno sempre più fatica ad avere un seguito, che i locali live chiudono e restano sempre meno, che i dischi non si vendono più e che i soldi sono sempre troppo pochi …… ma alla fine stare dalla parte degli incompresi fa molto Rock’n’roll e, se la storia è ciclica, dopo ogni medioevo c’è sempre un nuovo Rinascimento …. basta non mollare, continuare a crederci e aspettare.

11)Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

Internet non credo ci abbia danneggiato … la rete ed i social sono un veicolo x arrivare a chi non hai a portata di volantino e x contattare locali …. inoltre ci danno modo di interagire con artisti stranieri …. certo rendono tutto un po troppo effimero, veloce ed alla mercè di tutti … però come in ogni cosa l’importante è che i pro ed i contro stiano il più possibile in equilibrio …. poi non ci stiamo a pensare troppo … noi facciamo musica e ci piace sudare sui palchi …. tutto il resto è noia!

12)Il genere che suonate..quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

Non saprei … io suono in diversi gruppi e faccio diversi generi …. ma questo è quello in cui esprimo a pieno tutto il mio essere … diciamo che nonostante i nostri limiti tecnici
ci da l’opportunità di sparare tutte le cartucce …. di dare il cento per cento di quello che abbiamo …..di sfogarci …. di essere noi stessi ma al contempo di non esserlo affatto … io credo che sia una questione di semimisticismo e libertà d’espressione …. o per metterla giù un pelino più popolare …. sguazziamo in questo genere come dei maiali nel fango.

13)C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

Direi con Josh Homme se potessimo scegliere in ambito internazionale. Se dovessimo scegliere un italiano …. Alberto Ferrari dei Verdena (per non cadere nel banale e citare i soliti nomi)

14)Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

La vita è troppo corta per perdere del tempo ascoltando “musica di merda” …. aprite orecchie ed orizzonti … sforzatevi di ricercare artisti che vi smuovano dentro e non accontentatevi di comprare quello che vi vendono …. pretendete quello di cui avete bisogno, che vi fa stare bene …. solo così saremo tutti al sicuro.