Intervista a The Mugshots per System failure

1)Benvenuti su System failure. Innanzitutto spiegate l’origine del nome della band…

Ciao a tutti! The Mugshots significa “le foto segnaletiche”, quelle utilizzate dalla polizia per schedare i criminali. L’idea mi venne a New York nel 2001, mentre osservavo una foto segnaletica del serial killer John Wayne Gacy, clown per bambini malati di giorno e feroce assassino di notte.

2)Come e dove è nata la vostra band? Come vi siete conosciuti? Suonavate con altre band prima?C’è qualche particolare aneddoto da raccontare?

L’idea di fondo del progetto è nata appunto durante un mio breve soggiorno solitario a New York: in quel periodo iniziai a scrivere i primi brani, tutti ispirati da reali serial killer e dal loro modo distorto di percepire la realtà. La line-up dei Mugshots è mutata più volte tra il 2001 e il 2014, io e Priest – chitarrista – prima che fondassi la band suonavamo con L’Uomo Involtino e Il Putrido Liquame, storico progetto di Punk Rock teatrale ed apocalittico. Fin degli inizi riuscii ad entrare in contatto con i nostri ispiratori The Stranglers, coi quali talvolta collaboriamo.

 

3)Something Weird è il vostro terzo album. Come è nato? E’ stato difficile registrarlo? Avete trovato difficoltà?

Ho scritto Something Weird in parte in maniera autonoma, in parte ispirato dai suggerimenti che mi dava Massimo Gasperini della Black Widow Records. In prima battuta ho registrato un demo per spiegare ai ragazzi i pezzi, dopodichè abbiamo registrato la pre-produzione agli Unreal Studios del nostro Priest per poi trasferirci nella verde Toscana all’FP Recording Studio di Freddy Delirio dei Death SS: in lui abbiamo trovato un grande produttore che ci ha davvero facilitato le cose, nel senso che la musica è stata registrata nelle migliori condizioni possibili, con grande professionalità e in un’atmosfera rilassata ma anche goliardica!

4)Quale è la canzone di Something Weird che preferite?

Personalmente direi Rain come brano cantato e Ubique come brano strumentale. Credo che abbiano una personalità molto ben definita: possono piacere o non piacere ma di sicuro non passano inosservati come brani banali o scontati.

5)Ci sono differenze tra Something Weird e i vostri album precedenti?

Something Weird è la summa di tutto quanto fatto in passato, gli album precedenti rappresentavano una parzialità, Something Weird rappresenta il tutto.

6)L’artwork è stato curato da Enzo Rizzi. Raccontateci tutto di questo artwork e della collaborazione con Rizzi….

L’idea della collaborazione con questo grande artista è nata quando portai Enzo a conoscere il suo grande idolo Alice Cooper: potete leggere lo spassosissimo resoconto di quella serata su Truemetal, consigliatissima la lettura! Per me è un onore essere stato ritratto da una delle più importanti figure nel mondo dei fumetti di oggi in Italia.

7)Nel disco ci sono ospiti di grande spessore: Matt Malley (ex-Counting Crows, Grammy/Oscar nominated artist), Tony Dolan (Venom Inc.), Steve Sylvester, Enrico Ruggeri. Come è stato collaborare con costoro?

E’ stato molto bello e spontaneo: ognuno di loro ha infuso in Something Weird la propria arte trovandosi a proprio agio fra le note del nostro disco. Umanamente è stato strepitoso perché sono nate – o sono proseguite – bellissime amicizie. Musicalmente si tratta di un valore aggiunto non indifferente: il nostro sound ne è uscito “intatto” ma arricchito dalle grandi personalità e dall’esperienza di tali artisti.

8)Quali sono i vostri principali ascolti? Parlateci del vostro background musicale. Potete nominare anche tre album che vi hanno segnato?

Mmmh…sono stato indelebilmente segnato da Sgt. Pepper dei Beatles, da Rattus Norvegicus degli Stranglers e da DaDa di Alice Cooper. Per il resto ascolto qualunque genere di musica mi dia delle emozioni, senza escludere nulla a priori. Diciamo che sono cresciuto per lo più col Metal, col Punk e col Rock Progressivo, senza dimenticare le colonne sonore di film horror e polizieschi.

9)Con quale artista o band indipendente vorreste collaborare?

Personalmente vorrei collaborare con King Diamond. Anche con Alice Cooper, che in un’intervista che gli feci qualche tempo fa rese pubblica la sua disponibilità a collaborare coi Mugshots. Peccato che poi in seguito il suo manager mi disse che sarebbe stato impossibile per limiti contrattuali!

10)Dove suonerete prossimamente?

Stiamo valutando qualche situazione, siamo molto esigenti quando si tratta di suonare: chi ci chiama deve soddisfare delle richieste ben precise, altrimenti preferiamo non suonare. Può apparire superbo ma dopo 16 anni durante i quali abbiamo suonato in ogni pertugio è giunto il momento di applicare dei filtri che possano garantire la migliore riuscita dello show.

11)In quale festival italiano o straniero sognate di suonare?

In una qualunque situazione che renda possibile il nostro show senza alcuna limitazione.

12)Per finire, cosa bolle in pentola per The Mugshots?

Abbiamo di recente registrato un brano che finirà sul tributo ai Death SS, per il loro quarantesimo anniversario, in uscita per Black Widow Records: ancora una volta avremo con noi un grandissimo e storico ospite, questa volta norvegese…preparatevi!