Intervista a dopo per System failure

1)Benvenuti su System failure. Raccontate il vostro percorso artistico, presentatevi ai nostri lettori…

dopo è un duo di musica elettronica alternativa. E’ nato come un progetto a tempo perso – proveniamo entrambi da altri generi – e poi diventato sempre più importante per noi. Adesso è il nostro impegno e più importante, quello in cui maggiormente ci sentiamo liberi di seguire il filo del ‘nostro’ discorso musicale. Cerchiamo di fare musica onesta, seguendo rigorosamente l’approccio ‘do it yourself’ che ci accomuna e cercando una sintesi elettronica delle nostre tante influenze, dall’hard rock al punk.

2)E’ uscito il vostro nuovo singolo/video dal titolo bufera. Come è nato? Dove è stato girato? Raccontateci tutto…

Il video di bufera è nato intorno al personaggio che avevamo scelto per rappresentarlo, e che è il protagonista della storia. Una persona anziana e un po’ strana, sola: è la rappresentazione voluta – e senza alcuna lettura negativa – di un old freak, di un essere umano ai margini della società. Cercavamo un senso di straniamento, che si accompagnasse al senso di rivalsa degli ultimi che è poi il senso ultimo del pezzo; per trovarlo abbiamo girato nell’antico quartiere degli operai di Roma, tra Ostiense e Garbatella.

3)Che cosa avete provato all’uscita del video?

Siamo stati felici di aver portato a termine un progetto che sentivamo profondamente. Ed è stata una soddisfazione anche per il protagonista del nostro video, che ha un lontano passato televisivo e che è stato entusiasta di poter tornare a vestire i panni dell’attore per un videoclip.

4)Ci sono altri progetti dopo l’uscita di questo video?

Sì. Abbiamo altri due singoli in arrivo. Il primo dovrebbe essere pubblico già quest’estate: stiamo finendo di lavorarci sopra proprio in questi giorni. Ci manterremo sulla linea che abbiamo tracciato, ma crediamo di avere introdotto degli elementi stilistici di novità: vedremo. Il secondo singolo sarà un pezzo un po’ particolare, una semi-strumentale a cui lavoriamo da più di un anno e che pensiamo di rilasciare a settembre.

5)Ci parlate del vostro background musicale?

Siamo grandi amici, e ci conosciamo da sempre anche se non avevamo mai suonato insieme prima. Proveniamo da due mondi leggermente diversi, hard rock e musica punk alternativa, ma lavoriamo sulle cose che ci uniscono: un’estetica fatta di suoni grezzi, poco puliti, una scrittura diretta e breve indirizzata alla sintesi.

6)Se la vostra musica fosse una città a quale assomiglierebbe?

Probabilmente a Roma, la nostra città. Ma non alla Roma dei monumenti, alla bellezza sporca dei quartieri popolari dove siamo nati e cresciuti.

7)Quale messaggio volete trasmettere principalmente con la vostra musica?

Cerchiamo di trasmettere un’emozione, un’immagine che abbiamo vissuto e trovato rilevante. E cerchiamo di farlo nel modo più sincero possibile. Per questo prediligiamo testi brevi o poesie: cerchiamo la sintesi perché è essenziale, l’emozione così com’è. Soprattutto più sincera, evitando di far prevalere la forma sul contenuto.