Intervista a Benedetta Giovagnini(La Tanière d’Amélie) per System failure

1)Benvenuta su System failure. Parlaci del tuo percorso artistico fino a qui. Parlaci anche di come si è formata la vostra band La Tanière d’Amélie. Insomma raccontaci tutto…

Da dove partire?? Wow quanto tempo ho?  Canto da quando sono piccola e riassumere 34 anni di musica non è affatto semplice. Diciamo che la musica è la mia compagna di vita da sempre, mi ha tenuto compagnia e mi ha aiutato nei momenti più difficili, mi ha fatto piangere, sorridere, sudare, disperare, mi ha aiutato a sfogarmi e mi ha fatto divertire, un sacco. È la mia migliore amica insomma. Ho iniziato a studiare canto e pianoforte fin da piccolissima, cercando di esplorare tutto l’esplorabile, dal canto lirico a quello moderno, il jazz, il blues (che prediligo), il cantautorato, la musica celtica, il rock, e chi più ne ha più ne metta. Tra le esperienze più belle che ricordo sicuramente Sanremo Social nel 2012 dove mi sono esibita con il brano “Gennaio” (il primissimo brano che ho scritto e al quale sono particolarmente legata) dedicato a mia sorella sfiorando l’ingresso all’Ariston, The Voice Of Italy nel 2014, esperienza alla quale devo tantissimo soprattutto dal punto di vista della crescita sia umana che professionale, e poi l’uscita del mio primo album da cantautrice sempre nel 2014 e l’inizio di questo nuovo bellissimo cammino con il mio nuovo gruppo la Tanière d’Amélie, il cui primo frutto è stata l’uscita del nostro album d’esordio l’estate scorsa. Ho conosciuto Andrea Boldi e Riccardo Lanzi, i miei compagni di viaggio, in occasione della III Edizione del Premio Valentina Giovagnini. Erano rispettivamente il cantante e il chitarrista de i “Fumiprofumi” che quell’anno si aggiudicarono il Premio della Critica. Da lì abbiamo cominciato a collaborare e da Settembre di due anni fa la nostra collaborazione ha assunto dei contorni ben più definiti ed è nata La Tanière d’Amélie.

2)Ora parlaci del tuo background musicale. Nomina anche tre album che hanno segnato la tua vita…

In realtà sarebbero più di 3: adoro tutti i lavori di Tenco, Endrigo, Battiato, De Gregori, e poi Eva Cassidy, Aretha Franklin, Ella Fitzgerald, i Radiohead, Jeff Buckley, Nina Simone. Però se proprio devo nominarne 3 sento di essere particolarmente legata al primissimo album che ho acquistato nella mia vita (in realtà era ancora una musicassetta  ) “Whitney” di Whitney Houston, poi Luigi Tenco, perché come mi emoziona lui nessun altro e infine non posso non citare “Live at blues Alley” che ha segnato l’inizio del mio amore sconfinato per Eva Cassidy.

3)Come nasce in te la passione per la musica?

Amo la musica da sempre, ho iniziato ad avvicinarmi a lei fin da piccolissima grazie anche ai miei genitori che mi hanno trasmesso questa grande passione.

4)Abbiamo pubblicato il video di “Un buco nell’anima”. Come è nato? Dove è stato girato?

Il video è stato girato all’interno di una casa in costruzione. Abbiamo inserito appositamente alcuni elementi sfarzosi, tipo lo specchio dorato o il tavolino intarsiato dell’800, proprio per far risaltare il contrasto tra essi e l’essenzialità e quasi la desolazione di un luogo che non ha ancora trovato la sua forma ed appare come abbandonato a sé stesso. Il luogo di per sè rappresenta un po’ la solitudine, il sentirsi persi e vuoti, il buco nell’anima appunto, dove vanno ad affollarsi i pensieri e i ricordi che fanno male. Ma qua e là ci sono questi elementi di sfarzo, sprazzi di luce nel buio, che stanno un po’ a rappresentare la vita, la voglia comunque di ricominciare, il segno che non tutto è perduto ed esiste ancora qualcosa a cui aggrapparsi per potersi salvare.

5)Che emozioni hai provato al lancio del video?

Emozionata e ansiosa di sapere cosa ne pensasse il pubblico di questo nostro nuovo lavoro.

6)“Un buco nell’anima” fa parte del primo album della tua band. Come è stato registrarlo? Qualche aneddoto particolare da raccontare?

Ogni volta che entro in sala di registrazione mi sento felice come una bambina che entra in un negozio di giocattoli o di caramelle. E poi lavorare con Andrea e Riccardo, oltre che stimolante ed arricchente sotto tutti i punti di vista, è anche estremamente divertente. Siamo un bel gruppo, ci divertiamo un sacco facendo la cosa che più ci piace fare in assoluto nella vita.

7)Quale è la traccia che preferisci di questo album?

La traccia che preferisco in assoluto è proprio “Un buco nell’anima”, però non fa parte dell’album  Invece tra le tracce che fanno parte dell’album sono particolarmente legata a “Brucia” e a “Les jeux sont faits”, però alla fine mi piacciono tutte 

8)Ci puoi parlare della cover di questo album?

L’album,che rappresentativamente porta il nome della band, è uscito il 22 Giugno 2016 e si snoda in 8 episodi, vere e proprie dichiarazioni d’amore alla musica ed alla commistione di stili. Il disco è denso di suggestioni che si svincolano dai generi, senza dimenticare un’origine squisitamente pop. La particolare copertina, che mostra una Parigi immobile dove elementi di colore sono isolati agli angoli opposti di una città satura di grigio, regala una prima citazione (l’album ne è pieno zeppo): in alto al centro vola silenzioso uno zeppelin (chiara strizzata d’occhio a quello dei più famosi Led).

9)Come nasce il nome La Tanière d’Amélie?

Approcciandosi a questo nome viene immediato riferirsi a quel capolavoro del cinema francese che Jean-Pierre Jeunet ha portato al buio della sala all’inizio del millennio (“Il favoloso mondo di Amelie” appunto), film romantico e a tinte pastello del cui immaginario la nostra band si appropria (già per i colori usati nella cover del primo singolo estratto) e che volontariamente sporca accostandolo alla parola “tanière” covo appunto, luogo in cui per definizione si compie l’illecito. Visto da questa prospettiva la nostra dichiarazione d’intenti è subito chiara. Un gioco di richiami e citazioni, di coesistenza fra realtà contraddittorie, un’impressione che si colloca nel mezzo e che si svela in quella sub-realtà fatta di significati condivisi nascosta dal brusio del quotidiano.

10)Hai partecipato a The Voice nel 2014. Parlaci dei lati positivi di questa tua esperienza e, se ce ne sono, anche dei negativi…

E’ stata un’esperienza positiva sotto tutti i punti di vista, sono stati mesi divertenti, emozionanti, ma anche faticosi e snervanti. La mia blind la ricordo come uno dei momenti più intensi e soddisfacenti di tutta la mia vita, una sorta di bellissimo sogno ad occhi aperti. Ho conosciuto persone meravigliose, ho stretto amicizie che sopravvivono ancora oggi, sono cresciuta come persona e come cantante, ma la cosa più bella è stato il calore e l’affetto della gente, sono stata letteralmente sommersa da messaggi, chiamate, regali, mail, insomma mi sono sentita una piccola regina amata e coccolata ed è stato proprio bello.

11)Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Sicuramente un nuovo album, stiamo già lavorando a nuovi brani. Anzi, non ci siamo mai fermati.

12)Per concludere, dai un consiglio a chi si avvicina al mondo della musica…

Guardatevi intorno, apritevi a nuove esperienze, ascoltate musica, di qualunque genere, anche quella che non vi piace, perché ogni cosa vi farà crescere e vi aiuterà a trovare la vostra dimensione artistica. E poi sappiate distinguervi. Date un’impronta forte ed originale alla vostra musica e siate in grado di proporre qualcosa di diverso da tutti gli altri, perché non bastano solo il talento e la bella voce. Ci vogliono energia, intraprendenza, coraggio di osare, ecletticità ma anche tanto duro lavoro. Ma quello che mi sento di dire alla fine è: Divertitevi e non demordete mai, la musica, a suo modo, (che sia portandoti al successo o farti semplicemente divertire cantando nella tua cameretta) ti premia sempre.