>>Buckingum Palace – Macedonia

I Buckingum Palace sono somma di tre personalità stravaganti: Annalisa, Clara e Stefano. I tre, con basso, batteria e chitarra, assorbono ciò che hanno attorno, lo filtrano e lo risputano fuori. Il risultato è un ammasso di sentimenti contrastanti, suonati con leggerezza indie, durezza post-rock e una punta schizofrenica tipica del math-rock.

La band, formatasi nel 2015 dalle ceneri di due progetti differenti, pubblica a maggio 2016 Apricot, primo demo interamente auto-prodotto. Di lì a poco avvia una collaborazione con XO di Giuseppe Gioia che li porterà a esibirsi tra Puglia, Calabria e Campania. Nell’ottobre dello stesso anno entra in studio per registrare Macedonia primo Ep ufficiale, per il quale Marco Ancona (Bludinvidia, Fonokit) cura registrazione e mixaggio.

Macedonia è un Ep di 6 tracce, il cui nome non è del tutto casuale: concentra, infatti, ritagli di indie, post e math-rock nello stesso recipiente, dandogli un aspetto uniforme. Le sonorità sono, però, mutevoli e imprevedibili, perfettamente in linea con uno sfrontato sentimento di non-appartenenza che accompagna l’intero lavoro. La pubblicazione di Macedonia è frutto della collaborazione tra XO e Cabezon Records. System failure ha ascoltato Macedonia e quelle che seguono sono le nostre considerazioni a riguardo.

Cosmesi ci introduce ad un ambiente sonoro onirico e immaginifico. Le sonorità che ci presenta Buckingum Palace sono tipicamente post-rock e si fondono con suggestioni ambient, alternative rock, indietronica e rock sperimentale. Come non pensare ai Radiohead di alcune canzoni ascoltando Cosmesi. Non solo. I muri sonori, spesso, costruiscono ambientazioni tipicamente dream pop che sembrano mirare ad intenerire il nostro cuore con la loro dolcezza e delicatezza.

Altro nome che viene in mente ascoltando i Buckingum Palace è Foals. Vincolo polare artico ci porta altre sonorità magnetiche e guizzanti, sonorità piene di luce, sonorità smaglianti che non mancano di ruvidità e risolutezza. Anche con Vincolo polare artico la mente va ai Radiohead. La ruvidità aumenta con Rango Tango dove le bordate sonore si fanno stridenti e pure un po britpop e i pensieri vanno, ad esempio, a Kasabian. Non mancano nemmeno striature grunge, striature grunge dal sapore “nirvaniano”.

Tipo coleottero ci accarezza con le sue linee sonore alquanto ammalianti, in parte ruvide, in parte morbide e soffuse. Forse c’è anche un po anche di Verdena nel “cocktail finale” che propone questa band. Il loro è un cocktail eccentrico, inusitato: Buckingum Palace intende deliziare l’ascoltatore con primizie per un palato sopraffino. Queste parole poi si fanno ancora più comprensibili se ascoltiamo Colosso, una canzone stupenda e avvolgente. Anche qui sovvengono alcune sonorità che fanno pensare ai Verdena. Infatti, la componente alternative rock ha la sua importanza in questa band.

Il tutto si chiude con Dallo spazio. E qui l’introspezione in stile Buckingum Palace si fa poesia, profondità…Sembrano proprio venire dallo spazio i Buckingum Palace: tre “alieni” che offrono un mondo sonoro oltremodo interessante. La loro musica “viene dallo spazio”, dal profondo, da una galassia dove forse si realizzano le utopie e i desideri inconfessabili.

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